Fibrillazione atriale: di cosa si tratta?
I sintomi della fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una patologia molto diffusa, (da una ricerca è emerso che gli uomini sono più colpiti delle donne). La fibrillazione atriale consiste in un’alterazione del ritmo cardiaco. Si verifica quando gli atri (le due camere superiori del cuore) non si contraggono in maniera coordinata e battono rapidamente ed irregolarmente. I sintomi della fibrillazione atriale sono molteplici: palpitazioni cardiache, ansia, affanno, affaticamento, dolore toracico, sudorazione, paura, stato confusionale, sensazione di svenimento.
La fibrillazione atriale si manifesta generalmente con l’avanzamento dell’età, in soggetti affetti da ipertensione, quando si abusa di alcolici e fumo, ed in presenza di malattie cardiache, come ad esempio l’infarto pregresso.
È consigliato non sottovalutare i sintomi della fibrillazione atriale al fine di contrastarli con la dovuta terapia.
Terapia fibrillazione atriale
La diagnosi della fibrillazione atriale avviene attraverso l’elettrocardiogramma. La terapia della fibrillazione atriale ha una duplice finalità: ridurre i sintomi mantenendo sotto controllo il ritmo dei battiti cardiaci, e prevenire la formazione di coaguli nel cuore (altrimenti una volta formati possono staccarsi e viaggiare all’interno dei vasi sanguigni). In alcuni casi si tratta di fibrillazione atriale “isolata” cioè non basata su nessuna delle patologie sottostanti.
La terapia per la fibrillazione atriale si incentra sulla cura farmacologica e quella interventistica. La prima consiste nell’assunzione di farmaci specifici che riportano il ritmo cardiaco nella norma, la seconda su una tecnica chirurgica chiamata “ablazione trans-catetere” che consiste nell’inserimento dei cateteri ablatori attraverso la vena femorale sino ad arrivare al cuore.
Fibrillazione atriale parossistica
La fibrillazione atriale parossistica indica la comparsa improvvisa di questa malattia. La fibrillazione atriale parossistica si distingue da quella permanente e cronica perché transitoria. La durata della fibrillazione atriale parossistica solitamente è di 48 ore (o al massimo una settimana) e non richiede trattamenti terapeutici specifici perché tende a sparire da sola.
Fibrillazione atriale: alimenti da evitare
Chiunque dovrebbe seguire uno stile di vita sano, ed evitare alcuni alimenti, a maggior ragione chi soffre di fibrillazione atriale. La primissima cosa da fare quando si è affetti da fibrillazione atriale è ridurre al minimo il consumo di alcool, caffè e di tutte le bevande contenenti caffeina, moderare l’assunzione di sale e se si è in sovrappeso si consiglia di seguire una dieta equilibrata.
Per i soggetti affetti da fibrillazione atriale gli alimenti da evitare sono i cibi grassi come: fegato bovino, prosciutto cotto, olio di semi di soia e asparagi. Si invece all’assunzione di alimenti ricchi di potassio (senza esagerare), presente nelle banane, patate e funghi. Sarà comunque il medico a decidere cosa sia meglio mangiare e cosa no in base al risultato delle vostre analisi del sangue.
I rischi della fibrillazione atriale
Chi soffre di fibrillazione atriale corre alcuni rischi.
Tra i rischi della fibrillazione atriale il più importante è sicuramente l’ictus cerebrale, per questo motivo è bene agire correttamente in caso di emergenza. I sintomi per riconoscere subito un ictus cerebrale sono: paralisi o disturbo della sensibilità, problemi motori, cecità improvvisa ad un occhio o anche ad entrambi, disturbo del linguaggio e difficoltà nella comprensione, forti vertigini ed emicrania improvvisa fortissima senza cause evidenti. Un altro dei rischi della fibrillazione atriale è l’arresto cardiaco che si verifica quando il cuore non riesce più a pompare tutto il sangue che serve all’organismo.
Le persone affette da fibrillazione atriale dovranno recarsi regolarmente dal proprio medico per controlli abituali.